domenica 29 gennaio 2012
giovedì 2 giugno 2011
02 Giugno 2011 Finalmente a Casa
30 Maggio Ci siamo.
Ultimo viaggio. Andata in due.....ritorno in quattro.
Questa volta c'è l'incognita della durata del viaggio, conosciamo la data di partenza e non quella di ritorno, ci sono un paio di dubbi: i tempi di preparazione dei passaporti dei bimbi e la data del 2 giugno, festa anche per l'ambasciata italiana in Russia e quindi giorno di non lavoro per preparare i documenti....
All'alba del quarto viaggio siamo pratici di Malpensa e partiamo senza problemi.
Per tutta la durata del viaggio saremo in compagnia di una simpatica e esuberante coppia di Bergamo.
Arriviamo a Mosca e facciamo il solito tragitto per Vladimir in auto con sosta alla solita pizzeria. Questa volta ad accompagnarci c'è la referente Sonia.
Giunti a Vladimir trascorriamo una sola notte all'ottimo hotel. Dopo una cena sul terrazzo accompagnati da una "originale" musica dal vivo andiamo a dormire... la nostra ultima notte in due....
Abbiamo la mattinata libera poichè la referente accompagna i nostri nuovi amici dal loro bimbo, noi andremo più tardi (o nel pomeriggio?), intanto la tensione sale. Finalmente ci portano all'istituto.
O e A arrivano e sembrano un po' storditi, non si rendono ancora conto di cosa sta accadendo.
Sono bravissimi, si lasciano spogliare e rivestire senza problemi, sembrano gradire i nuovi vestitini.
Il tempo di un saluto veloce alle tate e partiamo in tutta fretta (la fretta e l'ansia sarà una costante di questi giorni....) dobbiamo da arrivare a Mosca il prima possibile per preparare i documenti prima del 2 giugno.
Alloggiamo al Melody (nominato da altre coppie nei loro viaggi) l'edificio è imponente ed elegante ma anche molto caro, un po' scadente il servizio (ci manca un lettino e ci vuole un po' per averlo e sistemarlo in camera).
Non ci sentiamo pronti per cenare fuori e decido di andare ad un supermercato vicino per acquistare qualche panino e un po' di frutta e mangiare in stanza. Ne approfitto per gustarmi un po' di cultura russa.
Inizia la mia corrispondenza (mail , telefono, skype) con l'agenzia di viaggi in italia per anticipare la data di rientro (prevista per il 4, ma contiamo di anticiparlo)
La notte è un disastro, i bimbi sono in uno stato misto di euforia, smarrimento, paura e non riescono ad addormentarsi.
O. si sveglia di continuio, A. sembra in trance, continua a ripetere in russo "Non voglio dormire...non voglio dormire...", sembra un disco incantato, trasemtte un senso di timore che un po' ci spaventa, proviamo a turno a stare nel lettino con ognuono di loro ma non riusciamo a tranquillizzarli.
A notte inoltrata, sfiniti ci addormentiamo tutti e quattro.
Al Mattino, svegli, facciamo colazione in una "sala piena di oggetti fragili" , tenere tranquilli i due piccoli
cosacchi non è un'impresa semplice (costante per tutto il periodo di permanenza...). Alla fine latte e brioches mettono tutti d'accordo e ricarichiamo un po' le pile...ne avremo molto bisogno.....
Abbiamo la giornata libera e decidiamo che è doveroso visitare la piazza rossa tutti insieme anche per avere delle foto ricordo con i bimbi nella loro terra di origine. Non si rivelerà una grande idea.....
La piazza dista molto più del previsto e percorrerla a piedi, nonostante lo splendido sole, risulta molto faticoso per i cuccioli, non abituati a camminare
Arriviamo comunque senza grossi problemi. tutta la zona è bellissima, la piazza è enorme e gli edifici che la circondano sono imponenti.... e ci lasciano a bocca aperta.
Ora di pranzo, non conoscendo bene i gusti alimentari dei bimbi entriamo in un self-service che offre un po' di tutto.
Per entrare nei bagni bisogna digitare un codice di accesso che non capiamo dove trovare, dopo un po' di tentativi e di colloqui misto russo/inglese/italiano e qualche parolaccia in dialetto bresciano :-), riusciamo a capire che il fantomatico codice si trova su un foglio sopra il tavolo nascosto tra le scritte in cirillico, finalmente riusciamo ad entrare in bagno, anche O e A sono al limite.....
A gesti provo a comunicare con i "due affamati" ma sembra che vogliano tutto, quindi opto per una classica pizza margherita che sembrano gradire... facciamo anche il bis.
Torniamo verso la piazza, i bimbi comprano un palloncino ricordo, O una principessa e A. una "Machine" (il giocattolo "Machine" sarà una persecuzione....).
Facciamo una passeggiata, giochiamo con gli spuzzi d'acqua ad una fontana e la giornata sembra trascorrere tranquilla.
Ad un certo punto Olga comincia a piangere e non riusciamo a capire il perchè (ormai sui bisogni principali tipo fame, pipì e... comunicavamo tranquillamente).
Il pianto continua irrefrenabile e cominciamo a spaventarci....ad un certo punto si avvicina una signorona russa, con fare gentile cerca di tranquillizzarci, prende Olga per mano, la porta in un angolo (siamo comunque in pieno centro della Piazza Rossa), le abbassa pantaloni e mutandine e Olga comincia a fare pipì che non sembra finire mai, il rigagnolo è ben visibile, non sappiamo più cosa fare anche perchè le guardie cominciano ad osservare lo "spettacolo". Ringraziata la signora ci allontaniamo spediti dal centro e prendiamo la strada più breve per tornare all'hotel.
Siamo stanchi e nervosi, tutto lo stress accumulato in questi mesi e in questi ultimi giorni si fa sentire. I bambini sono stanchi e noi due litighiamo in continuazione per motivi futili. La strada sembra lunghissima, Laura saggiamente consiglia di prendere un taxi, mi metto in mezzo alla strada e fermo qualcosa di simile ad un taxi che in poco tempo ci riporta all'hotel.
Siamo in attesa dei passaporti e del permesso per partire con i bimbi, senza quello non possiamo avvisare l'agenzia per confermare il volo per il giorno dopo. comincia un frenetico scambio di telefonate e mail con l'Italia per cercare di completare l'operazione in tempo. Fortunatamente l'agenzia di viaggio è pratica di queste situazioni e collabora alla perfezione, ma i documenti dall'ambasciata italiana devono arrivare entro un certo orario.
Sul filo del rasoio arriva la nostra efficientissima referente con tutti i documenti, ringrazio e spedisco subito
in italia tutto il necessario. Aspettiamo la conferma del volo che dovrebbe arrivare via fax al numero dell'hotel.
Con l'aiuto dei nostri compagni di viaggio, che parlano un perfetto inglese, riusciamo a farci consegnare dall'antipaticissima addetta alla reception dell'hotel i biglietti per il volo di ritorno. il giorno dopo nel pomeriggio si rientra a CASA!!!!!
Dopo la giornata intensa non abbiamo voglia di uscire a mangiare, esco aprendere ancora qualcosa per cena. La stanchezza si sente e, anche se non senza problemi, ci addormentiamo ad un orario presto.
Ultima mattina a Mosca, la tensione è altissima e la paura di imprevisti è tanta, alla zona del controllo
documenti dell'aeroporto sono sempre possibili, può capitare di essere bloccati per dei cavilli burocratici e questo non ci fa stare tranquilli.
Decidiamo di partire per l'aeroporto con largo anticipo anche perchè il traffico di Mosca è spaventoso. Dopo un paio d'ore arriviamo all'ingresso dell'aeroporto con buon anticipo, per il check-in c'è ancora un po' di tempo.
Proviamo a mangiare qualcosa, finiamo gli ultimi rubli acquistando qualche souvenir, giochiamo con i carrelli portavaligie, usando la sempre presente wi-fi gratuita mandiamo qualche mail agli amici, O comincia a farsi conoscere improvvisando una crisi isterica con rotolamenti per terra in pieno aeroporto.....
Superiamo tranquillamente il check-in, naturalmente come in ogni viaggio la foto del mio passaporto fatta, prima che mi rasassi i capelli a zero lascia un po' perplessi i controllori, poi dopo un sorriso sforzato da parte loro e qualche goccia di sudore da parte mia passiamo nella zona free.....
altra piccola attesa, per fortuna ci sono gli aerei a tenere impegnati i bimbi e finalmente ci imbarchiamo.
Sarà l'emozione o la stanchezza ma il viaggio è un'altra piccola tragedia, tenere fermi i due pestiferi non è facile, riusciamo a fargli mangiare qualcosa ma al momento della fase dell'atterraggio A. non ne vuole sapere di allacciare le cinture neanche stando in braccio a Laura. Parte un pianto disperato e se avessero potuto le hostess ci avrebbero lanciato fuori da finestrino...
Tra pianti urla e bloccaggio a forza atterriamo a Milano Malpensa....finalmente in Italia. C'è ancora una piccola pratica burocratica da sbrigare e finalmente possiamo lasciarci andare tra le braccia di parenti e amici che ci attendevano all'uscita della zona ritiro bagagli. Una piccola festa ci accoglie, poi con le ultime forze raggiungiamo il parcheggio dell'automobile per tornare a Ospitaletto......non è ancora finita, A. resiste (da vero Russo) nella sua ostilità alle cinture di sicurezza, anche sul seggiolino posteriore dell'automobile non ne vuol sapere di farsi "legare" ma vista l'ora tarda, la mia stanchezza e il momento
partcolare non ci fidiamo a lasciarlo senza protezione quindi interviene Laura (anche lei allo stremo..) che con una sfuriata riesce nell'impresa....dopo pochi minuti gli instancabili crollano in un sonno profondo.
Finalmente arriviamo a casa, portiamo in braccio O e A nella cameretta che per troppo tempo li ha aspettati e restiamo guardare i nostri "angioletti" che dormono beati nei loro lettini.
Da domani tutto cambia, siamo preoccupati per loro, quando domattina apriranno gli occhi, nulla gli sembrerà appartenere, sono stati catapultati, in una notte in un'altra parte del mondo che non conoscono, non parla la loro lingua, si sveglieranno in una stanza che non hanno mai visto.
Buonanotte cuccioli, qualcuno a scelto per voi, questa mamma e questo papà, allora forza, penso, voglio guadagnarmi a pieno titolo questo meraviglioso compito che qualcuno a scelto per me.
Siamo arrivati!!!!!
Ultimo viaggio. Andata in due.....ritorno in quattro.
Questa volta c'è l'incognita della durata del viaggio, conosciamo la data di partenza e non quella di ritorno, ci sono un paio di dubbi: i tempi di preparazione dei passaporti dei bimbi e la data del 2 giugno, festa anche per l'ambasciata italiana in Russia e quindi giorno di non lavoro per preparare i documenti....
All'alba del quarto viaggio siamo pratici di Malpensa e partiamo senza problemi.
Per tutta la durata del viaggio saremo in compagnia di una simpatica e esuberante coppia di Bergamo.
Arriviamo a Mosca e facciamo il solito tragitto per Vladimir in auto con sosta alla solita pizzeria. Questa volta ad accompagnarci c'è la referente Sonia.
Giunti a Vladimir trascorriamo una sola notte all'ottimo hotel. Dopo una cena sul terrazzo accompagnati da una "originale" musica dal vivo andiamo a dormire... la nostra ultima notte in due....
Abbiamo la mattinata libera poichè la referente accompagna i nostri nuovi amici dal loro bimbo, noi andremo più tardi (o nel pomeriggio?), intanto la tensione sale. Finalmente ci portano all'istituto.
O e A arrivano e sembrano un po' storditi, non si rendono ancora conto di cosa sta accadendo.
Sono bravissimi, si lasciano spogliare e rivestire senza problemi, sembrano gradire i nuovi vestitini.
Il tempo di un saluto veloce alle tate e partiamo in tutta fretta (la fretta e l'ansia sarà una costante di questi giorni....) dobbiamo da arrivare a Mosca il prima possibile per preparare i documenti prima del 2 giugno.
Alloggiamo al Melody (nominato da altre coppie nei loro viaggi) l'edificio è imponente ed elegante ma anche molto caro, un po' scadente il servizio (ci manca un lettino e ci vuole un po' per averlo e sistemarlo in camera).
Non ci sentiamo pronti per cenare fuori e decido di andare ad un supermercato vicino per acquistare qualche panino e un po' di frutta e mangiare in stanza. Ne approfitto per gustarmi un po' di cultura russa.
Inizia la mia corrispondenza (mail , telefono, skype) con l'agenzia di viaggi in italia per anticipare la data di rientro (prevista per il 4, ma contiamo di anticiparlo)
La notte è un disastro, i bimbi sono in uno stato misto di euforia, smarrimento, paura e non riescono ad addormentarsi.
O. si sveglia di continuio, A. sembra in trance, continua a ripetere in russo "Non voglio dormire...non voglio dormire...", sembra un disco incantato, trasemtte un senso di timore che un po' ci spaventa, proviamo a turno a stare nel lettino con ognuono di loro ma non riusciamo a tranquillizzarli.
A notte inoltrata, sfiniti ci addormentiamo tutti e quattro.
Al Mattino, svegli, facciamo colazione in una "sala piena di oggetti fragili" , tenere tranquilli i due piccoli
cosacchi non è un'impresa semplice (costante per tutto il periodo di permanenza...). Alla fine latte e brioches mettono tutti d'accordo e ricarichiamo un po' le pile...ne avremo molto bisogno.....
Abbiamo la giornata libera e decidiamo che è doveroso visitare la piazza rossa tutti insieme anche per avere delle foto ricordo con i bimbi nella loro terra di origine. Non si rivelerà una grande idea.....
La piazza dista molto più del previsto e percorrerla a piedi, nonostante lo splendido sole, risulta molto faticoso per i cuccioli, non abituati a camminare
Arriviamo comunque senza grossi problemi. tutta la zona è bellissima, la piazza è enorme e gli edifici che la circondano sono imponenti.... e ci lasciano a bocca aperta.
Ora di pranzo, non conoscendo bene i gusti alimentari dei bimbi entriamo in un self-service che offre un po' di tutto.
Per entrare nei bagni bisogna digitare un codice di accesso che non capiamo dove trovare, dopo un po' di tentativi e di colloqui misto russo/inglese/italiano e qualche parolaccia in dialetto bresciano :-), riusciamo a capire che il fantomatico codice si trova su un foglio sopra il tavolo nascosto tra le scritte in cirillico, finalmente riusciamo ad entrare in bagno, anche O e A sono al limite.....
A gesti provo a comunicare con i "due affamati" ma sembra che vogliano tutto, quindi opto per una classica pizza margherita che sembrano gradire... facciamo anche il bis.
Torniamo verso la piazza, i bimbi comprano un palloncino ricordo, O una principessa e A. una "Machine" (il giocattolo "Machine" sarà una persecuzione....).
Facciamo una passeggiata, giochiamo con gli spuzzi d'acqua ad una fontana e la giornata sembra trascorrere tranquilla.
Ad un certo punto Olga comincia a piangere e non riusciamo a capire il perchè (ormai sui bisogni principali tipo fame, pipì e... comunicavamo tranquillamente).
Il pianto continua irrefrenabile e cominciamo a spaventarci....ad un certo punto si avvicina una signorona russa, con fare gentile cerca di tranquillizzarci, prende Olga per mano, la porta in un angolo (siamo comunque in pieno centro della Piazza Rossa), le abbassa pantaloni e mutandine e Olga comincia a fare pipì che non sembra finire mai, il rigagnolo è ben visibile, non sappiamo più cosa fare anche perchè le guardie cominciano ad osservare lo "spettacolo". Ringraziata la signora ci allontaniamo spediti dal centro e prendiamo la strada più breve per tornare all'hotel.
Siamo stanchi e nervosi, tutto lo stress accumulato in questi mesi e in questi ultimi giorni si fa sentire. I bambini sono stanchi e noi due litighiamo in continuazione per motivi futili. La strada sembra lunghissima, Laura saggiamente consiglia di prendere un taxi, mi metto in mezzo alla strada e fermo qualcosa di simile ad un taxi che in poco tempo ci riporta all'hotel.
Siamo in attesa dei passaporti e del permesso per partire con i bimbi, senza quello non possiamo avvisare l'agenzia per confermare il volo per il giorno dopo. comincia un frenetico scambio di telefonate e mail con l'Italia per cercare di completare l'operazione in tempo. Fortunatamente l'agenzia di viaggio è pratica di queste situazioni e collabora alla perfezione, ma i documenti dall'ambasciata italiana devono arrivare entro un certo orario.
Sul filo del rasoio arriva la nostra efficientissima referente con tutti i documenti, ringrazio e spedisco subito
in italia tutto il necessario. Aspettiamo la conferma del volo che dovrebbe arrivare via fax al numero dell'hotel.
Con l'aiuto dei nostri compagni di viaggio, che parlano un perfetto inglese, riusciamo a farci consegnare dall'antipaticissima addetta alla reception dell'hotel i biglietti per il volo di ritorno. il giorno dopo nel pomeriggio si rientra a CASA!!!!!
Dopo la giornata intensa non abbiamo voglia di uscire a mangiare, esco aprendere ancora qualcosa per cena. La stanchezza si sente e, anche se non senza problemi, ci addormentiamo ad un orario presto.
Ultima mattina a Mosca, la tensione è altissima e la paura di imprevisti è tanta, alla zona del controllo
documenti dell'aeroporto sono sempre possibili, può capitare di essere bloccati per dei cavilli burocratici e questo non ci fa stare tranquilli.
Decidiamo di partire per l'aeroporto con largo anticipo anche perchè il traffico di Mosca è spaventoso. Dopo un paio d'ore arriviamo all'ingresso dell'aeroporto con buon anticipo, per il check-in c'è ancora un po' di tempo.
Proviamo a mangiare qualcosa, finiamo gli ultimi rubli acquistando qualche souvenir, giochiamo con i carrelli portavaligie, usando la sempre presente wi-fi gratuita mandiamo qualche mail agli amici, O comincia a farsi conoscere improvvisando una crisi isterica con rotolamenti per terra in pieno aeroporto.....
Superiamo tranquillamente il check-in, naturalmente come in ogni viaggio la foto del mio passaporto fatta, prima che mi rasassi i capelli a zero lascia un po' perplessi i controllori, poi dopo un sorriso sforzato da parte loro e qualche goccia di sudore da parte mia passiamo nella zona free.....
altra piccola attesa, per fortuna ci sono gli aerei a tenere impegnati i bimbi e finalmente ci imbarchiamo.
Sarà l'emozione o la stanchezza ma il viaggio è un'altra piccola tragedia, tenere fermi i due pestiferi non è facile, riusciamo a fargli mangiare qualcosa ma al momento della fase dell'atterraggio A. non ne vuole sapere di allacciare le cinture neanche stando in braccio a Laura. Parte un pianto disperato e se avessero potuto le hostess ci avrebbero lanciato fuori da finestrino...
Tra pianti urla e bloccaggio a forza atterriamo a Milano Malpensa....finalmente in Italia. C'è ancora una piccola pratica burocratica da sbrigare e finalmente possiamo lasciarci andare tra le braccia di parenti e amici che ci attendevano all'uscita della zona ritiro bagagli. Una piccola festa ci accoglie, poi con le ultime forze raggiungiamo il parcheggio dell'automobile per tornare a Ospitaletto......non è ancora finita, A. resiste (da vero Russo) nella sua ostilità alle cinture di sicurezza, anche sul seggiolino posteriore dell'automobile non ne vuol sapere di farsi "legare" ma vista l'ora tarda, la mia stanchezza e il momento
partcolare non ci fidiamo a lasciarlo senza protezione quindi interviene Laura (anche lei allo stremo..) che con una sfuriata riesce nell'impresa....dopo pochi minuti gli instancabili crollano in un sonno profondo.
Finalmente arriviamo a casa, portiamo in braccio O e A nella cameretta che per troppo tempo li ha aspettati e restiamo guardare i nostri "angioletti" che dormono beati nei loro lettini.
Da domani tutto cambia, siamo preoccupati per loro, quando domattina apriranno gli occhi, nulla gli sembrerà appartenere, sono stati catapultati, in una notte in un'altra parte del mondo che non conoscono, non parla la loro lingua, si sveglieranno in una stanza che non hanno mai visto.
Buonanotte cuccioli, qualcuno a scelto per voi, questa mamma e questo papà, allora forza, penso, voglio guadagnarmi a pieno titolo questo meraviglioso compito che qualcuno a scelto per me.
Siamo arrivati!!!!!
giovedì 5 maggio 2011
3° viaggio Passaporti
02/05 - 05/05
...viaggio lampo per la richiesta dei passaporti.
Nella regione di Vladimir i tempi di attesa per avere i passaporti dei bambini sono un po' lunghi, quindi si fa un viaggio veloce (potrebbe bastare anche un solo genitore) per fare la richiesta, poi dopo circa un mese si torna per l'ultimo viaggio.
Appena arrivati subito una notizia che ci raggela....non dovevamo partire!!!!!
Uno degli uffici del nostro percorso è chiuso per un giorno intero e quindi c'è il rischio di non riuscire a fare tutto entro i tempi previsti....ormai siamo lì e bisogna provarci.
Il giorno dopo (quello di chiusura) abbiamo poco da fare, quindi facciamo anche un po' di turismo (per quel poco che c'è da vedere....).
Finalmente la temperatura e gradevole e il sole splende, riusciamo a goderci una mattinata di relax visitando la famosa cattedrale di Vladimir e acquistando qualche souvenirs (...nel'ultimo viaggio sarà impossibile).
Nel pomeriggio la visita ai bambini non era prevista, ma l'istituto non ha fatto le foto tessera per i passaporti, quindi andiamo a prenderli e li portiamo dal fotografo, il quale ci consiglia, subito dopo avere scattato frettolosamente le foto, di accompagnare le "piccole pesti" fuori dal negozio in attesa dello sviluppo.
Torniamo in istituto e trascorriamo un po' di tempo con loro a giocare nel parco: sono sempre i soliti vulcani e non ci lasciano un attimo di respiro :-)
Anche la serata al nostro albergo è piacevole: il panorama è ottimo e la cucina gradevole.
Il giorno seguente è un vero e proprio incubo, dobbiamo concentrare in una sola giornata le operazioni da fare in due giorni. Partiamo la mattina alle 08.00 di corsa e senza mai fermarsi un attimo (senza mangiare e senza neanche fare pipì :-)) ) arriviamo alle 17.00 in stanza distrutti e senza energie.
Nel mezzo una giornata piena di corse per uffici e arrabbiature, la nostra referente S. è un vero carro armato e non guarda in faccia nessuno, riesce a guadagnare sempre il posto migliore nelle file di attesa e guai a passarle davanti!!!
Rischiamo anche la vita durante il viaggio di andata e ritorno per andare al paese di nascita dei bimbi, circa 80 km su una strada a due corsie e abbastanza trafficata in quanto l'unica che collega le due cittadine. Una serie di sorpassi che Alonso se li sogna, peccato che nella corsia opposta ogni tanto ci si trovava davanti un tir o un'altra automobile a velocità esagerata.
in Italia stanchi e in attesa di ripartire finalmente per l'ultimo viaggio....
...viaggio lampo per la richiesta dei passaporti.
Nella regione di Vladimir i tempi di attesa per avere i passaporti dei bambini sono un po' lunghi, quindi si fa un viaggio veloce (potrebbe bastare anche un solo genitore) per fare la richiesta, poi dopo circa un mese si torna per l'ultimo viaggio.
Appena arrivati subito una notizia che ci raggela....non dovevamo partire!!!!!
Uno degli uffici del nostro percorso è chiuso per un giorno intero e quindi c'è il rischio di non riuscire a fare tutto entro i tempi previsti....ormai siamo lì e bisogna provarci.
Il giorno dopo (quello di chiusura) abbiamo poco da fare, quindi facciamo anche un po' di turismo (per quel poco che c'è da vedere....).
Finalmente la temperatura e gradevole e il sole splende, riusciamo a goderci una mattinata di relax visitando la famosa cattedrale di Vladimir e acquistando qualche souvenirs (...nel'ultimo viaggio sarà impossibile).
Nel pomeriggio la visita ai bambini non era prevista, ma l'istituto non ha fatto le foto tessera per i passaporti, quindi andiamo a prenderli e li portiamo dal fotografo, il quale ci consiglia, subito dopo avere scattato frettolosamente le foto, di accompagnare le "piccole pesti" fuori dal negozio in attesa dello sviluppo.
Torniamo in istituto e trascorriamo un po' di tempo con loro a giocare nel parco: sono sempre i soliti vulcani e non ci lasciano un attimo di respiro :-)
Anche la serata al nostro albergo è piacevole: il panorama è ottimo e la cucina gradevole.
Il giorno seguente è un vero e proprio incubo, dobbiamo concentrare in una sola giornata le operazioni da fare in due giorni. Partiamo la mattina alle 08.00 di corsa e senza mai fermarsi un attimo (senza mangiare e senza neanche fare pipì :-)) ) arriviamo alle 17.00 in stanza distrutti e senza energie.
Nel mezzo una giornata piena di corse per uffici e arrabbiature, la nostra referente S. è un vero carro armato e non guarda in faccia nessuno, riesce a guadagnare sempre il posto migliore nelle file di attesa e guai a passarle davanti!!!
Rischiamo anche la vita durante il viaggio di andata e ritorno per andare al paese di nascita dei bimbi, circa 80 km su una strada a due corsie e abbastanza trafficata in quanto l'unica che collega le due cittadine. Una serie di sorpassi che Alonso se li sogna, peccato che nella corsia opposta ogni tanto ci si trovava davanti un tir o un'altra automobile a velocità esagerata.
in Italia stanchi e in attesa di ripartire finalmente per l'ultimo viaggio....
giovedì 14 aprile 2011
Secondo viaggio - Sentenza
11/04 – 14/04/2011
Rieccoci qua, apri l’armadio, riprendi le valigie, finalmente si riparte per il secondo viaggio.
Lunedì mattina siamo alla Malpensa in attesa del volo.
E’ il viaggio della sentenza.
Questo secondo viaggio, raccontato postumo, ci ha riservato momenti difficoltosi, molta ansia e preoccupazione. Abbiamo affrontato la Sentenza con apprensione a causa di alcune notizie che ci sono state comunicate al nostro arrivo in Russia.
Per correttezza nei confronti dell’Ente e di tutti i referenti (persone competenti e rispettose) non vogliamo dilungarci in dettagli. Dirò semplicemente che ci è stata prospettata una possibilità, molto remota che, a detta dei referenti non ci avrebbe causato complicazioni.
Infatti così è stato.
La Sentenza si è svolta in tutta serenità (non da parte nostra ovviamente) e quando hanno pronunciato il nome dei nostri bambini con il cognome di mio marito, ho trattenuto a fatica le lacrime.
Anche nel corso di questo secondo viaggio abbiamo avuto la possibilità di trascorrere alcuni pomeriggi con i piccoli,…. e che dirvi ….. sono la nostra gioia.
Sono bimbi gioiosi, espansivi e molto vivaci.
Il 14 aprile, prima della nostra partenza, abbiamo avuto il permesso dalla Direttrice dell’Istituto di festeggiare con una torta il compleanno della nostra principessa.
Era bellissima al centro del tavolo, circondata da tutti i suoi compagni di vita, mentre spegneva le candeline, era uno spettacolo, l’abbiamo vista felice e serena.
Il “nuovo” distacco è stato ancor più difficoltoso, O. stringeva le braccia attorno al collo di Dario e vederli così vicini mi ha riempito di gioia ma al contempo dolore per l’ennesima separazione.
In macchina verso l’aeroporto ripensavo al nostro periodo in attesa di abbinamento, e soprattutto a quanto fosse vero quel detto cinese che così narra:
"Due persone destinate ad incontrarsi sono collegate da un filo rosso e prima o poi riusciranno a trovarsi, anche a costo di doversi recare all'altro capo del mondo."
……… ancora due viaggi ….. e poi saremo per sempre famiglia.
Rieccoci qua, apri l’armadio, riprendi le valigie, finalmente si riparte per il secondo viaggio.
Lunedì mattina siamo alla Malpensa in attesa del volo.
E’ il viaggio della sentenza.
Questo secondo viaggio, raccontato postumo, ci ha riservato momenti difficoltosi, molta ansia e preoccupazione. Abbiamo affrontato la Sentenza con apprensione a causa di alcune notizie che ci sono state comunicate al nostro arrivo in Russia.
Per correttezza nei confronti dell’Ente e di tutti i referenti (persone competenti e rispettose) non vogliamo dilungarci in dettagli. Dirò semplicemente che ci è stata prospettata una possibilità, molto remota che, a detta dei referenti non ci avrebbe causato complicazioni.
Infatti così è stato.
La Sentenza si è svolta in tutta serenità (non da parte nostra ovviamente) e quando hanno pronunciato il nome dei nostri bambini con il cognome di mio marito, ho trattenuto a fatica le lacrime.
Anche nel corso di questo secondo viaggio abbiamo avuto la possibilità di trascorrere alcuni pomeriggi con i piccoli,…. e che dirvi ….. sono la nostra gioia.
Sono bimbi gioiosi, espansivi e molto vivaci.
Il 14 aprile, prima della nostra partenza, abbiamo avuto il permesso dalla Direttrice dell’Istituto di festeggiare con una torta il compleanno della nostra principessa.
Era bellissima al centro del tavolo, circondata da tutti i suoi compagni di vita, mentre spegneva le candeline, era uno spettacolo, l’abbiamo vista felice e serena.
Il “nuovo” distacco è stato ancor più difficoltoso, O. stringeva le braccia attorno al collo di Dario e vederli così vicini mi ha riempito di gioia ma al contempo dolore per l’ennesima separazione.
In macchina verso l’aeroporto ripensavo al nostro periodo in attesa di abbinamento, e soprattutto a quanto fosse vero quel detto cinese che così narra:
"Due persone destinate ad incontrarsi sono collegate da un filo rosso e prima o poi riusciranno a trovarsi, anche a costo di doversi recare all'altro capo del mondo."
……… ancora due viaggi ….. e poi saremo per sempre famiglia.
domenica 20 febbraio 2011
Torniamo a casa
Sveglia e partenza per all'areporto.
L'autista è puntuale come al solito e ci porta all'ingresso della zona partenze, a causa del recente attentato in questo areoporto i controlli sono intensifiacati soprattutto nella zona dove accedono anche le persone che non devono prendere l'aereo.
Si forma una massa di persone impressionante e in alcuni momenti sorgono delle piccole risse. Manteniamo la calma e piano piano (per fortuna ci siamo con largo anticipo) riusciamo a superare il controllo.
Il resto procede tranquillamente e in serata siamo a Malpensa.
Un particolare ringraziamento a tutto lo staff dell'Airone in Russia.
L'autista è puntuale come al solito e ci porta all'ingresso della zona partenze, a causa del recente attentato in questo areoporto i controlli sono intensifiacati soprattutto nella zona dove accedono anche le persone che non devono prendere l'aereo.
Si forma una massa di persone impressionante e in alcuni momenti sorgono delle piccole risse. Manteniamo la calma e piano piano (per fortuna ci siamo con largo anticipo) riusciamo a superare il controllo.
Il resto procede tranquillamente e in serata siamo a Malpensa.
Un particolare ringraziamento a tutto lo staff dell'Airone in Russia.
sabato 19 febbraio 2011
Salutiamo Vladimir (...è solo un arrivederci)
Ci svegliamo con un velo di tristezza. Oggi sarà l’ultimo giorno che vedremo i nostri cuccioli, poi noi torneremo in Italia. Oggi sarà anche una giornata un po’ particolare in quanto saremo soli con i nostri bimbi, la referente non sarà con noi.
Colazione, poi l’autista ci accompagna in Istituto.
Oggi ci fanno accomodare in una stanza diversa, una palestrina molto colorata con tanti attrezzi per giocare.
O. e A. arrivano accompagnati dalla tata che c’è li consegna e se ne và, tornerà a mezzogiorno. Come di consueto i bimbi portano con sé i giochi che gli abbiamo regalato in questi giorni. Ci mettiamo in cerchio e iniziamo a giocare con le costruzioni tutti e quattro, poi O. è attratta dai palloncini colorati, Dario li gonfia e li fa volare, lei è entusiasta poi, quando me ne porge uno sgonfio e capisce che non riesco a gonfiarlo scoppia a ridere (lo ammetto, non sono mai riuscita a gonfiare i palloncini).
Questa mattina sono più socievoli e disponibili, si lasciano abbracciare e coccolare, ci chiamano spesso "mama" e "papa", e anche se so perfettamente che gli è stato suggerito da qualcuno, la cosa ci fa trapelare il cuore, soprattutto quando Dario mi dice …. Hai sentito ……. hanno detto mama e papa. E’ una gioia immensa.
Pausa pranzo.
Nell'attesa dell'orario per la visita all'orfanotrofio facciamo un po' di turismo (...veloce causa i -28 gradi di Vladimir...)
Rientriamo in istituto il pomeriggio.
Oggi sono particolarmente vivaci A. travolge ogni cosa.
Nella palestra ci sono diversi materassini colorati e A. si è fissato di raggrupparli tutti quanti dalla parte opposta della stanza, facendo anche parecchia fatica, visto che sono abbastanza pesanti. Li raggruppa a torre e ….. vuole salirci sopra …. io e Dario cerchiamo di sorreggerlo, arriva anche O. ovviamente anche lei imita il fratello. Riusciamo a calmare un poco la situazione offrendo la merenda.
Quando vedono la banana, il succo e i biscotti, lasciano ogni cosa e si sistemano come due angioletti su di una panca.
Riusciamo a scattargli qualche fotografia mentre sorseggiano entrambi il succo.
Sono eccezionali.
Giochiamo ancora un poco, siamo tutti sudati ma estremamente felici.
Arriva la tata e ci dice di salutare i bambini, trattengo a stento le lacrime mentre guardo allontanarsi i miei angioletti. Io e Dario ci guardiamo e ci sentiamo nuovamente soli ……. d’un tratto ritorna O. cerca Dario …. si è ricordata che domani non ci vedremo. Con le lacrime agli occhi gli dico che torneremo molto presto e li porteremo tutti e due in Italia, anche la tata piange. O. annuisce, e se ne và.
Piango.
Usciti dall'orfanotrofio partiamo subito per Mosca, questa volta non c'è molto traffico e in poco più di due ore arriviamo all'Hotel Melody, dove abbiamo alloggiato la prima notte.
Siamo distrutti, riusciamo a mangiare un ottimo piatto di spaghetti al pomodoro e andiamo a dormire.
Colazione, poi l’autista ci accompagna in Istituto.
Oggi ci fanno accomodare in una stanza diversa, una palestrina molto colorata con tanti attrezzi per giocare.
O. e A. arrivano accompagnati dalla tata che c’è li consegna e se ne và, tornerà a mezzogiorno. Come di consueto i bimbi portano con sé i giochi che gli abbiamo regalato in questi giorni. Ci mettiamo in cerchio e iniziamo a giocare con le costruzioni tutti e quattro, poi O. è attratta dai palloncini colorati, Dario li gonfia e li fa volare, lei è entusiasta poi, quando me ne porge uno sgonfio e capisce che non riesco a gonfiarlo scoppia a ridere (lo ammetto, non sono mai riuscita a gonfiare i palloncini).
Questa mattina sono più socievoli e disponibili, si lasciano abbracciare e coccolare, ci chiamano spesso "mama" e "papa", e anche se so perfettamente che gli è stato suggerito da qualcuno, la cosa ci fa trapelare il cuore, soprattutto quando Dario mi dice …. Hai sentito ……. hanno detto mama e papa. E’ una gioia immensa.
Pausa pranzo.
Nell'attesa dell'orario per la visita all'orfanotrofio facciamo un po' di turismo (...veloce causa i -28 gradi di Vladimir...)
Rientriamo in istituto il pomeriggio.
Oggi sono particolarmente vivaci A. travolge ogni cosa.
Nella palestra ci sono diversi materassini colorati e A. si è fissato di raggrupparli tutti quanti dalla parte opposta della stanza, facendo anche parecchia fatica, visto che sono abbastanza pesanti. Li raggruppa a torre e ….. vuole salirci sopra …. io e Dario cerchiamo di sorreggerlo, arriva anche O. ovviamente anche lei imita il fratello. Riusciamo a calmare un poco la situazione offrendo la merenda.
Quando vedono la banana, il succo e i biscotti, lasciano ogni cosa e si sistemano come due angioletti su di una panca.
Riusciamo a scattargli qualche fotografia mentre sorseggiano entrambi il succo.
Sono eccezionali.
Giochiamo ancora un poco, siamo tutti sudati ma estremamente felici.
Arriva la tata e ci dice di salutare i bambini, trattengo a stento le lacrime mentre guardo allontanarsi i miei angioletti. Io e Dario ci guardiamo e ci sentiamo nuovamente soli ……. d’un tratto ritorna O. cerca Dario …. si è ricordata che domani non ci vedremo. Con le lacrime agli occhi gli dico che torneremo molto presto e li porteremo tutti e due in Italia, anche la tata piange. O. annuisce, e se ne và.
Piango.
Usciti dall'orfanotrofio partiamo subito per Mosca, questa volta non c'è molto traffico e in poco più di due ore arriviamo all'Hotel Melody, dove abbiamo alloggiato la prima notte.
Siamo distrutti, riusciamo a mangiare un ottimo piatto di spaghetti al pomodoro e andiamo a dormire.
venerdì 18 febbraio 2011
Secondo giorno con i bimbi
Abbiamo riposato e siamo prontissimi a trascorrere una nuova giornata con i nostri piccoli. Prima di raggiungere l’istituto ci rechiamo dal Notaio, qui incontriamo anche l’altra coppia che ci ha fatto compagnia nei giorni passati. Raggianti ci scambiamo alcune notizie dei nostri bimbi.
Mentre ci rechiamo verso l’istituto, la referente ci comunica che questa mattina ci farà compagnia anche l’Assistente Sociale del Comune di Vladimir, il suo compito è quello di redigere una relazione a supporto della nostra adozione. La cosa mi preoccupa un po’ …… .
L’assistente è una ragazza molto carina e disponibile.
Arriviamo all’Istituto, ripercorriamo la medesima scala e entriamo nella stessa stanza di ieri. Subito arriva O. mi viene incontro e mi sussurra qualcosa … non capisco…. la traduttrice mi dice: “ha detto che vuole prendere l’aereo e venire con voi”.
Triste penso ….. amore mio ci vorrà ancora un poco, ma saliremo tutti e quattro su quell’aereo che un bel giorno ci vedrà finalmente famiglia, e ancora penso mannaggia a me che non conosco il russo.
L’assistente sociale ci pone alcune domande relativamente al nostro reddito, alla nostra casa e poco altro.
Pausa pranzo e rientro in istituto nel pomeriggio.
Arrivano i bimbi, sono ancora un poco assonnati (hanno fatto il riposino pomeridiano) gli diamo dei biscotti e del succo di mela.
E’ uno spettacolo vederli mangiare e bere, tutto d’un fiato. Apprezzano molto il succo di mela.
Dario giocando si rompe letteralmente un scarpa (si è completamente aperta), l’unica imminente soluzione sembra un laccio con cui A. sta legando una macchinina. Cerchiamo di distrarlo con altri giochi per utilizzare il laccio e permettere a Dario di camminare. Riusciamo ad impadronirci dell’esca, Dario frettolosamente si lega la scarpa, A. con una faccina perplessa si guarda attorno come a dire “ma qui non c’era un laccio, fino a poco fa”. Io e Dario ci guardiamo e scoppiamo a ridere, A, ci guarda un istante e poi ridacchia portandosi le manine alla bocca.
Tra giochi e abbracci il pomeriggio trascorre gioiosamente.
Purtroppo cominciamo a pensare che domani sarà l’ultimo giorno (per ora) con i nostri bimbi.
Ora, però e meglio correre ad acquistare un nuovo paio di scarpe, il laccio rosa non dona molto alla scarpa di Dario.
Mentre ci rechiamo verso l’istituto, la referente ci comunica che questa mattina ci farà compagnia anche l’Assistente Sociale del Comune di Vladimir, il suo compito è quello di redigere una relazione a supporto della nostra adozione. La cosa mi preoccupa un po’ …… .
L’assistente è una ragazza molto carina e disponibile.
Arriviamo all’Istituto, ripercorriamo la medesima scala e entriamo nella stessa stanza di ieri. Subito arriva O. mi viene incontro e mi sussurra qualcosa … non capisco…. la traduttrice mi dice: “ha detto che vuole prendere l’aereo e venire con voi”.
Triste penso ….. amore mio ci vorrà ancora un poco, ma saliremo tutti e quattro su quell’aereo che un bel giorno ci vedrà finalmente famiglia, e ancora penso mannaggia a me che non conosco il russo.
L’assistente sociale ci pone alcune domande relativamente al nostro reddito, alla nostra casa e poco altro.
Pausa pranzo e rientro in istituto nel pomeriggio.
Arrivano i bimbi, sono ancora un poco assonnati (hanno fatto il riposino pomeridiano) gli diamo dei biscotti e del succo di mela.
E’ uno spettacolo vederli mangiare e bere, tutto d’un fiato. Apprezzano molto il succo di mela.
Dario giocando si rompe letteralmente un scarpa (si è completamente aperta), l’unica imminente soluzione sembra un laccio con cui A. sta legando una macchinina. Cerchiamo di distrarlo con altri giochi per utilizzare il laccio e permettere a Dario di camminare. Riusciamo ad impadronirci dell’esca, Dario frettolosamente si lega la scarpa, A. con una faccina perplessa si guarda attorno come a dire “ma qui non c’era un laccio, fino a poco fa”. Io e Dario ci guardiamo e scoppiamo a ridere, A, ci guarda un istante e poi ridacchia portandosi le manine alla bocca.
Tra giochi e abbracci il pomeriggio trascorre gioiosamente.
Purtroppo cominciamo a pensare che domani sarà l’ultimo giorno (per ora) con i nostri bimbi.
Ora, però e meglio correre ad acquistare un nuovo paio di scarpe, il laccio rosa non dona molto alla scarpa di Dario.
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