Colazione, poi l’autista ci accompagna in Istituto.
Oggi ci fanno accomodare in una stanza diversa, una palestrina molto colorata con tanti attrezzi per giocare.
O. e A. arrivano accompagnati dalla tata che c’è li consegna e se ne và, tornerà a mezzogiorno. Come di consueto i bimbi portano con sé i giochi che gli abbiamo regalato in questi giorni. Ci mettiamo in cerchio e iniziamo a giocare con le costruzioni tutti e quattro, poi O. è attratta dai palloncini colorati, Dario li gonfia e li fa volare, lei è entusiasta poi, quando me ne porge uno sgonfio e capisce che non riesco a gonfiarlo scoppia a ridere (lo ammetto, non sono mai riuscita a gonfiare i palloncini).
Questa mattina sono più socievoli e disponibili, si lasciano abbracciare e coccolare, ci chiamano spesso "mama" e "papa", e anche se so perfettamente che gli è stato suggerito da qualcuno, la cosa ci fa trapelare il cuore, soprattutto quando Dario mi dice …. Hai sentito ……. hanno detto mama e papa. E’ una gioia immensa.
Pausa pranzo.
Nell'attesa dell'orario per la visita all'orfanotrofio facciamo un po' di turismo (...veloce causa i -28 gradi di Vladimir...)
Rientriamo in istituto il pomeriggio.
Oggi sono particolarmente vivaci A. travolge ogni cosa.
Nella palestra ci sono diversi materassini colorati e A. si è fissato di raggrupparli tutti quanti dalla parte opposta della stanza, facendo anche parecchia fatica, visto che sono abbastanza pesanti. Li raggruppa a torre e ….. vuole salirci sopra …. io e Dario cerchiamo di sorreggerlo, arriva anche O. ovviamente anche lei imita il fratello. Riusciamo a calmare un poco la situazione offrendo la merenda.
Quando vedono la banana, il succo e i biscotti, lasciano ogni cosa e si sistemano come due angioletti su di una panca.
Riusciamo a scattargli qualche fotografia mentre sorseggiano entrambi il succo.
Sono eccezionali.
Giochiamo ancora un poco, siamo tutti sudati ma estremamente felici.
Arriva la tata e ci dice di salutare i bambini, trattengo a stento le lacrime mentre guardo allontanarsi i miei angioletti. Io e Dario ci guardiamo e ci sentiamo nuovamente soli ……. d’un tratto ritorna O. cerca Dario …. si è ricordata che domani non ci vedremo. Con le lacrime agli occhi gli dico che torneremo molto presto e li porteremo tutti e due in Italia, anche la tata piange. O. annuisce, e se ne và.
Piango.
Usciti dall'orfanotrofio partiamo subito per Mosca, questa volta non c'è molto traffico e in poco più di due ore arriviamo all'Hotel Melody, dove abbiamo alloggiato la prima notte.
Siamo distrutti, riusciamo a mangiare un ottimo piatto di spaghetti al pomodoro e andiamo a dormire.
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